In dialetto bresciano Pedòr, il paese di Pezzoro si trova adagiato sul versante orientale del monte Guglielmo; sorge a 903 metri sul livello del mare, circondato da boschi fitti e rigogliosi e prati verdissimi punteggiati da cascine e fienili.

Secondo fonti storiche contava 280 anime nel 1493, 170 nel 1582, mentre al 10 giugno 1911, gli abitanti erano di fatto 218 e la superficie comunale era di 565 ettari.
L’autonomia amministrativa, grazie alla Serenissima Repubblica di Venezia, venne ottenuta dopo il 1429. i Cognomi del paese sono cinque: Badillini, Contrini, Dancelli, Ferraglio e Mondinelli ed appartengono agli antichi originari.

Da Pezzoro una mulattiera sale fino alla Pontogna attraverso castagni, abeti, faggi d’estate splendidi e freschi; in una quarantina di minuti a piedi si raggiunge il rifugio Cai Valtrompia (metri 1259), a nord del quale è stato scoperto un vasto cumulo di laterizi che gli archeologi fanno risalire all’epoca romana, compresi i resti di una fornace di mattoni.
Incantevole è la posizione del nucleo storico del paese, che ha conservato una parte delle abitazioni antiche risalenti almeno al 1300 e al 1400, rimaneggiate soprattutto a partire dal secondo dopoguerra.

Il titolo della chiesa dedicata a S. Michele ne fa risalire l’origine all’epoca longobarda; l’Arcangelo, simbolo della difesa celeste contro gli uomini e contro le frane e le valanghe. La chiesa è uno scrigno di opere d’arte, a partire dalla statua della Madonna col Bambino, scultura policroma databile alla fine del ‘500, collocata nella nicchia dell’altare laterale di sinistra e attorniata dalle formelle di Misteri del S. Rosario; la pala dell’altare maggiore, ordinata dal vescovo Marino Zorzi nel 1606, raffigurante – in alto – la Madonna col Bambino, S. Giovanni Battista e S. Carlo ed al centro S. Michele che lotta contro il drago infernale, venne dipinta da Francesco Zugno.

Nel 1928 il Comune di Pezzoro fu aggregato a Tavernole. Questo paesello aprico nel corso del nostro secolo è andato progressivamente spopolandosi. Varie famiglie si sono trasferite nel fondovalle trovandovi occupazione. i discendenti dagli antichi originari non si rassegnarono alla lenta “estinzione” della loro borgata: hanno ristrutturato molte abitazioni e nei fine settimana, e durante i mesi estivi, il suggestivo agglomerato valtrumplino d’incanto si rianima e la vita riprende a scorrere scandita dai ritmi della natura e delle antiche abitudini. Come un tempo. Nei dintorni di Pezzoro si intrecciano numerosi e interessanti itinerari sia per gruppi familiari che per escursionisti esperti.

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